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Ivan IV Vasilevič.

(detto il Terribile). Zar di Russia e granduca di Mosca. Figlio del granduca Vasilij III, orfano di entrambi i genitori, salì formalmente al trono a soli tre anni nel 1533. Il regno era in quel periodo tormentato dalle lotte dei boiari, divisi nei due partiti degli Sujskij e dei Belskij, ma uniti nella determinazione di assoggettare il sovrano ai loro desideri e ai loro piani. Ma nel 1543, a soli 13 anni, I., creatosi un solido seguito di fedelissimi, dette inizio a quella politica interna che dovette in seguito guadagnargli il soprannome di Terribile. Cominciò a liquidare fisicamente i boiari che minacciavano più direttamente il suo potere. Quando nel 1547 fu incoronato zar, aveva già nelle mani tutte le leve dell'Impero. Si deve però chiarire in che consistettero, anche successivamente, gli attacchi dei boiari. La nobiltà russa, che godeva di ampi privilegi, dominava la Duma. Era riuscita anche a far valere i propri diritti ereditari per l'accesso agli uffici della corte. Un alto burocrate boiaro non poteva tuttavia essere subalterno di un altro nobile nella cui famiglia non vi fosse stato almeno un membro che avesse ricoperto una carica almeno equivalente. Questo fu uno dei principali ostacoli alla formazione di una coscienza di casta tra i boiari, che invece svilupparono gli intrighi servili ed esclusivisti: entrarono poi in conflitto con le comunità religiose, che rivendicavano l'allodio sulle proprietà, ma furono in questo validamente contrastati dall'autocrazia. I. si dedicò allora alla ristrutturazione dell'esercito, delle amministrazioni locali e della Chiesa, concedendo fiducia e poteri consultivi al Consiglio eletto, presieduto dal principe Kurbskij, del quale ascoltò sempre i suggerimenti. Volse le armi alla conquista di tutta la valle del Volga, espugnando Kazan nel 1552 e Astrachan nel 1556. Nel 1558 puntò verso il Baltico sottomettendo la Livonia e aprendosi uno sbocco su quel mare. La prima fase della campagna fu favorevole alla Russia, che successivamente cominciò a registrare sconfitte, essendosi lasciata coinvolgere nella guerra contro i Polacco-Lituani e la Svezia. Venne alla fine il tradimento dei boiari (tra i quali lo stesso principe Kurbskij) che passarono al nemico. I. decise allora di stroncare la nobiltà, dette vita a un proprio corpo di mercenari (opricnina), che elevò al rango di nobiltà terriera assegnando ai suoi membri feudi e proprietà confiscate ai boiari. Circa 400 tra i boiari più in vista furono sterminati: lo zar volle così impedire che mettessero radici feudali. Mentre durava ancora la lunga guerra con la Polonia e con la Svezia, ai confini nord-occidentali dell'Impero, nel 1571 le armate del khan di Crimea raggiunsero Mosca dal sud e la incendiarono. La sconfitta indusse I. da un lato ad alleggerire il peso della opricnina, che non si era rivelata affatto efficiente nella lotta, e a cercare un'intesa con i boiari, riconoscendo i confini della zemscina, ossia dei territori direttamente amministrati dalla nobiltà. La politica di pacificazione interna non risparmiò alla Russia le sconfitte subite da Stefano Bathory, re di Polonia e dagli svedesi nel 1581, presso Narva. Solo la mediazione del papa, nel 1582, rese possibile una tregua. L'anno successivo lo zar concluse una pace assai pesante con la Svezia, che impose ai russi la rinuncia a tutto il litorale del Golfo di Finlandia. Stremata dalla guerra e dal regime dell'opricnina, la Russia di I. il Terribile riuscì solo con la conquista della Siberia, nel 1581, a uscire dalla frustrazione della sconfitta. I. ebbe un talento politico di prim'ordine e una notevole abilità diplomatica (1530-1584).